Le storie di ISAL

La storia di Roberta

La Fondazione ISAL, anche tramite il proprio Sportello gratuito di Ascolto e Aiuto Psicologico, riceve sempre più frequenti storie di uomini e donne umiliati nella loro dignità per un’assenza di Pietas sociale che reputiamo (e speriamo) abbia le proprie radici nell’impalpabilità obiettiva del Dolore, e solo raramente sia frutto di una disumana insofferenza della tragedia altrui. Comunque sia, resta intatto il nostro giudizio di intollerabilità di fronte a comportamenti lesivi della dignità delle persone, specie se i gesti sono attribuibili a coloro a cui persone malate si affidano per ottenere aiuto. Ripudiamo comportamenti incapaci di commozione e compassione dell’umana sofferenza.  Vogliamo credere che la riflessione sulle singole esperienze possa dare forza alla coscienza della maggioranza dei professionisti che con premura e competenza svolgono la difficile opera sanitaria e ai milioni di cittadini che difendono una società civile e partecipe della sofferenza degli oppressi da una vita nel dolore. Ecco il senso della nostra “Storie di Vita Quotidiana nel Dolore Invisibile” in cui accogliamo la terribile testimonianza di Roberta, morta lo scorso anno di SLA, dettata una lettera alla volta con lo sguardo; pensate alla fatica, ma anche al dolore che ha generato la volontà di scrivere.

 

“Salve, oggi per la quarta volta ho chiamato 118 in dieci giorni mi
hanno cambiato tre cannule, e oggi otorino mi ha alzato due cm cannula
toccava carena
Ma voglio denunciare quanto segue:
in ambulanza con me è salita dott.ssa ed infermiera, Catia davanti
Probabilmente pensavano non capissi, elenco le frasi
questi ci chiamano ogni due giorni
che vita è questa io sceglierei di morire
per un figlio può scampare dieci anni in questo stato
vedendo che li fissavo hanno capito che capivo e hanno cambiato
argomento, mentre la mia testa barcollava e salivavo parlavano del
cenone alla Conchiglia e Don Divino poi sono passate a parlare di film
Oceania
Catia le ha detto di tenere ferma testa e loro hanno detto assistente
arrogante e per quale motivo scriveva consegne quando è la unica
assistente BELLA ETICA PROFESSIONALE
Arrivati ps [Pronto Soccorso, ndr] come sempre non vogliono famigliare, se ne fregano se non
parlo Hanno usato per disinfettarmi soluzione contente iodio, di cui
sono allergica, e mi sono riempita di rossore nel corpo subito
iniezione di antistaminico e cortisone Non era più semplice chiamare
mio marito? Non sanno aspirare, anziana dott.ssa praticante ha detto a
mio marito non serve aspirare e la frase se fosse su un’isola cosa
salverebbe il ventilatore o aspiratore? Ma in quale mondo siamo?
conoscono la SLA? Ora basta devo rendere pubbliche queste deficienze,
lo dovete a tutti i malati Roberta”

Un pensiero su “La storia di Roberta

  • silvia ricciardelli

    Mi scuso io con te da parte di certi incompetenti e disumane bestie..
    La vita è preziosa e se non vuoi aiutarla e preservarla datti all’ippica!
    Incrocio sempre di non finire in ospedale perche’ capisco benissimo le tue sensazioni..siamo solo “lavoro,un utente,un numero,una rottura di palle”..
    Sono con te.

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