Le storie di ISAL

Le storie di Paola: una storia di “ordinaria” malasanità

Ciao a tutti, questa è una delle più tristi storie del nostro gruppo “Noi, quelli del dolore cronico”. Un grave ed irreparabile errore medico è la causa di un dolore ed altre incredibili complicanze che non lasciano scampo e distruggono completamente le vita.

Ecco la nostra storia
Sofferente di spondilolistesi di II grado alle vertebre L4-L5 a novembre 2011 fui operato in artrodesi a cielo aperto per la stabilizzazione vertebrale con 4 viti e due barre in titanio e ricostruzione disco in carbonio.
A distanza di poche ore insorsero chiari segnali neurogeni a entrambi i piedi e alla caviglia destra, seguiti da anestesia a sella con ritenzione urinaria ed intestinale.
Malgrado le mie molte richieste di aiuto, né gli infermieri né il secondo chirurgo vertebrale capirono la situazione, mentre il primo chirurgo (di mia fiducia, mal riposta) si ripresentò solo cinque giorni dopo, quando purtroppo i danni erano ormai definiti e irreversibili per un ematoma non trattato.
Contrariamente ai “diritti del malato”, non fui messo subito al corrente della situazione.
Non fu eseguita alcuna Risonanza Magnetica, né fui riportato in sala operatoria per fermare l’ emorragia e rimuovere l’ematoma che si era formato ed aveva compresso i nervi caudali. Venni quindi dimesso, dopo un intenso periodo di riabilitazione, con la diagnosi di sindrome della cauda caudina senza essere debitamente informato della gravità della situazione.
I danni che riportai furono e sono ipo-anestesia a sella, ritenzione urinaria e fecale, totali deficit erettili, zoppia e soprattutto dolore neuropatico cronico ai piedi, ai polpacci, alla regione sellare, perianale, ai glutei ed alla schiena in zona lombosacrale.
Nonostante farmaci antidepressivi, epilettici, antidolorifici (compresa cannabis terapeutica) di ogni genere, anche a dosi da “cavallo” il dolore neuropatico non è mai diminuito anzi sembra aumentare di giorno in giorno.
Altresì non hanno avuto alcun beneficio né un intervento di periduroscopia nel 2017 né un neuromodulatore midollare impiantato oltre un anno fa.
Sono invalido ed inabile al lavoro al 100% ,dichiarato tale da varie Commissioni INPS ed INAIL, ho smesso di lavorare ed è cambiata per sempre la mia vita familiare, lavorativa e sociale.
Come molti, tanti, nelle mie condizioni, a parte la mia condizione fisica e morale, la cosa più irritante è quella di non essere creduto, anche e soprattutto da molti medici.
E’ una cosa veramente umiliante. Solo chi prova il dolore neuropatico sa cosa vuol dire ciò!
La Legge 38/2010 ha definito il “dolore” come una vera e propria malattia e che ognuno ha il diritto naturale di non soffrire. Purtroppo mi sembra una norma che non abbia avuto il seguito ed il riscontro che merita, malgrado i centri di Terapia del Dolore siano diventati molti.
Ho perfino la sensazione che non ci sia abbastanza ricerca scientifica sulle cure per il dolore. Forse sembra quasi che non ci sia interesse da parte degli addetti nonostante le moltissime persone che ne soffrono.
D’altronde un paziente guarito è un paziente perso ed il mercato degli antidolorifici diventerebbe meno fiorente.
A parte la nota polemica, dopo aver affrontato in fatto di dolore, negli anni addietro, vari problemi ai tendini ed alle ossa posso dire a ragion veduta che sto combattendo con la “bestia” più terribile, ovviamente escludendo la “bestia” per antonomasia.
Facciamoci sentire!!!
Grazie e cordialità.
F. B.
Provincia di Savona

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