Dolore nelle donne

Le statistiche sanitarie abitualmente dimostrano che le donne registrano una maggior morbilità degli uomini per dolori sia acuti che cronici.
La differenza tra i sessi è maggiormente significativa tra la popolazione giovane (17-44 anni), anche dopo aver escluso le condizioni specifiche del sesso.
Le donne accusano sindromi dolorose più gravi, più frequenti e di maggior durata rispetto a quanto riportato per la popolazione maschile.
La differenza rilevata nell’incidenza del dolore nel sesso femminile, non è solo legata alle diverse esperienze biologiche, ma anche a una diversa sensibilità neurologica al dolore.

A fronte di questa maggior incidenza di sindromi dolorose, vi è al contrario una minor attenzione da parte della categoria medica verso il dolore femminile.
Alcune forme dolorose croniche prettamente femminili sono la dismenorrea (dolore durante il ciclo mestruale che colpisce circa l’80 % delle donne anche se abitualmente in forma lieve) l’endometriosi (un’importante malattia dolorosa che colpisce il 10% delle donne e nel 30-40% dei casi può portare a infertilità e disturbi connessi all’apparato riproduttivo) e malattie degenerative e/o traumatiche del Sistema Nervoso (come l’Herpes Zoster o Fuoco di Sant’Antonio).
Altre forme di dolore cronico prettamente femminili sono la fibromialgia, la vulvodinia, la nevralgia del pudendo o il dolore pelvico in generale.
Vi sono poi forme dolorose legate all’età adulta-Geriatrica come le Fratture da osteoporosi e l’artrosi.

fibromialgia

La Fibromialgia[wpanchor id=”[wpanchor id=”fibromialgia”]

La Fibromialgia è una sindrome caratterizzata da dolore cronico associato a disturbi del sonno, astenia, disturbi dell’umore e disturbi cognitivi, che ad oggi non è molto conosciuta dalla maggior parte dei Medici, ma che in realtà colpisce 1.5-2 milioni di Italiani.
Si riscontra maggiormente nei soggetti di sesso femminile, sia adolescenti che donne in età fertile ma neanche l’età adulta è risparmiata. E’ la seconda patologia reumatologica, dolo l’artrosi, per cui ci si rivolge ad uno specialista reumatologo.
I meccanismi con cui si instaura non sono ancora del tutto conosciuti: sembrerebbe che un fattore scatenante, uno stress fisico o anche semplicemente uno stress psichico, attivi un circolo vizioso caratterizzato da dolore musco-scheletrico diffuso a tutto il corpo, disturbi del sonno, stanchezza, in soggetti che presentano, probabilmente, una predisposizione genetica.
Si tratta di un dolore insopportabile che viene descritto dal paziente come “trafittivo”, “lancinante”, “urente”, un dolore che viene percepito per stimoli normalmente non dolorosi; tutto ciò è dovuto ad un meccanismo di amplificazione del dolore in cui sono coinvolti il Sistema Nervoso Centrale ed il Sistema Nervoso Periferico.
Al dolore, che è il sintomo cardine della Fibromialgia, si associano altri disturbi quali: sonno alterato e non ristoratore, facile affaticabilità, sindrome del colon irritabile, cistiti ricorrenti, sindrome ansioso-depressiva, xeroftalmia (occhi secchi), xerostomia (bocca secca), dolori mestruali intensi e cefalea tensiva, disturbi di concentrazione e di memoria.
La diagnosi è di esclusione: non esistono, infatti, alterazioni di laboratorio o strumentali specifiche che permettano di affermare con sicurezza la presenza della Fibromialgia.
E’ necessaria un’anamnesi accurata ed un esame obiettivo che riveli, oltre alla presenza del dolore muscolare, la positività dei Tender Points ossia punti dolorosi specifici diffusi su tutta la superficie corporea.
Le opzioni terapeutiche comprendono programmi educativi per aiutare il paziente a comprendere la sua condizione clinica e ad attuare strategie quotidiane per imparare a conviverci, unitamente a terapie farmacologiche e non.
Tra i farmaci vengono utilizzati analgesici, miorilassanti, antidepressivi triciclici, inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e quelli inibitori della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina, antiepilettici. Tali farmaci diminuiscono il dolore e migliorano la qualità del sonno.
Tra le terapie non farmacologiche sono utili l’attività fisica leggera che aiuti nello stiramento (stretching) muscolare, tecniche di rilassamento, terapia cognitivo comportamentale e terapie complementari (es. agopuntura). Nonostante la similitudine tra i diversi casi, il programma terapeutico è strettamente individuale e va pianificato insieme allo Specialista.
L’elevata diffusione e l’apparente semplicità nel porre diagnosi non sono sufficienti ad evitare al malato di Fibromialgia un iter diagnostico lungo e spesso caratterizzato da indagini inutili e costose.
Indagini costose che sono completamente a carico del malato poiché la Fibromialgia, nonostante tutti i disagi che comporta, nonostante le numerose assenze da lavoro, non viene attualmente riconosciuta in Italia come malattia.
La Fibromialgia è una condizione che non ti da tregua, che ti aliena dal tuo stesso mondo, che non ti permette più di svolgere quelle attività che un tempo erano il tuo pane quotidiano; che ti inchioda al letto e che ti fa sentire diverso dagli altri, che ti fa sentire non capito anche dai tuoi stessi familiari…
Pertanto è fondamentale la diffusione delle informazioni corrette sulla Fibromialgia, soprattutto tra i Medici di Medicina Generale che sono i primi operatori sanitari a contatto con le persone che soffrono, al fine di aiutare il paziente a vincere la sua battaglia contro il dolore.

Dott.ssa Maria Paola Guzzo
Specialista in Reumatologia
Policlinico Umberto I di Roma

pudendo

La nevralgia del pudendo

La nevralgia del pudendo è una patologia molto dolorosa, che si manifesta con un dolore neuropatico e colpisce in due terzi dei casi il sesso femminile con importanti ripercussioni sulla qualità di vita.
Il nervo pudendo origina dal midollo spinale a livello sacrale. Da qui scende lungo la schiena, attraversa il grande forame ischiatico, dietro al muscolo Piriforme. Sotto questo livello si divide in due rami: Nervo perineo e Nervo dorsale del pene, che continuano fino al pene o alle grandi labbra della vulva. È un nervo sia sensitivo che motorio, innerva la regione dello sfintere anale, i genitali e la pelle compresa tra questi. I sintomi della nevralgia del pudendo sono costituiti soprattutto dal dolore, che si prova nella zona pelvica. Il soggetto non riesce a rimanere seduto e ha difficoltà ad appoggiare la zona pelvica centrale. Nemmeno lo stare in piedi per molto tempo risolve il problema, perché si sente comunque una sensazione di fastidio. Soltanto coricati nel letto i sintomi tendono ad alleviarsi. Ci sono poi altre manifestazioni sintomatologiche che stanno alla base della malattia: bruciore, formicolio e la sensazione di avere un corpo estraneo nel retto. Si possono avere disturbi o dolore durante la minzione, nel corso della defecazione o durante i rapporti sessuali.
Le cause possono essere varie, anche se non sono stati scoperti del tutto i motivi che stanno alla base di questa malattia. La neuropatia può avere origine nel corso della pratica di un’attività sportiva, in seguito ad un trauma e, in casi rari, anche durante un rapporto sessuale. Sono vari i fattori che stanno alla base di questa patologia: anche il parto o un intervento chirurgico possono interferire.
I farmaci antinfiammatori generalmente non risolvono il problema, le terapie fisiche di fisioterapia possono alleviare i sintomi, ma le terapie più efficaci sono quella manuale, chirurgica e di neuromodulazione elettrica. Tra le cure che si effettuano spesso, l’iniezione di anestetico ha un ottimo effetto antidolorifico ma solo temporaneo. Generalmente, i medici prescrivono i farmaci antinfiammatori, cortisonici, antidepressivi e medicine per il dolore neuropatico. Purtroppo la terapia farmacologica non risolve il problema, in certi casi riduce leggermente il dolore, ma causa spesso degli effetti collaterali. A livello di terapia manuale si sciolgono le aderenze del tessuto connettivo causate da traumi, interventi chirurgici ecc., che vanno a interferire con il nervo causando il dolore. La soluzione chirurgica è la decompressione nervosa che potrebbe, in casi ben selezionati, ridurre o eliminare il dolore. Fra i trattamenti non farmacologici a cui si può far ricorso ci sono procedure neuromodulative che si basano sull’impiego di stimolazioni elettriche. Queste stimolazioni vengono generate attraverso particolari elettrodi che raggiungono direttamente il nervo pudendo e possono determinare l’effetto di miglioramento sul sintomo del dolore. Esistono diversi sistemi in grado di effettuare questo tipo di terapia con diversi gradi di invasività: dalla singola applicazione di pochi minuti tramite un ago che eroga leggere stimolazioni elettriche fino ad arrivare all’impianto sottocutaneo di una piccola batteria di neurostimolatore in grado di stimolare il nervo pudendo in modo continuo.

Dott. Giuliano De Carolis,
L’U.O. Terapia Antalgica
Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana